SANTA LUCIA
L'impianto tipologico del fabbricato presenta una pianta rettangolare con addossato sul lato nord del presbiterio, un corpo di successiva realizzazione, destinato a sacrestia. L'orientamento planimetrico mostra un asse di sedime est-ovest, funzionalmente opposto agli edifici ecclesiastici consimili edificati fino al XIV secolo, disposti con abside ad oriente ed ingresso ad occidente. Il tipo di orientamento data l'edificio originario, con cui sono stati eretti i paramenti laterali della parte originaria dell'edificio, sopravvissuta oltre il XVI secolo. La sala è scandita da quattro campate configurate in linea trasversale rispetto al lato lungo di sedime, di cui l'ultima corrisponde al presbiterio. Il sezionamento indicato è determinato da tre setti trasversali dotati di ampia apertura centrale e due aperture laterali ad arco a tutto sesto. Le tre aperture danno luogo ad una navata centrale e due laterali, con funzione essenziale di deambulazione. La chiesa è stata ristrutturata nel 1989 con il rifacimento della copertura, il restauro di pareti, infissi e l'adeguamento dell'impianto elettrico
L'edificio conserva al suo interno e nell'area esterna, preesistenze archeologiche di grande interesse. A circa 50 metri dal monumento, su una piccola collina, sorge il nuraghe omonimo, ai piedi del quale l'abbondanza di reperti ascrivibili ad epoca nuragica, suggerisce l'esistenza di un insediamento relativo a tale epoca. Già nel 1868 il canonico G. Spano notava l'antichità del sito: "Nei dintorni di Assolo si ritrovano ruderi antichi che spuntano dal suolo, e con frequenza vi si raccolgono monete romane, e bronzi..." e riferiva che la chiesa era costruita sopra rovine di epoca molto più antica, presumibilmente romana, con pavimenti realizzati di una "specie di mosaico...". Lo stesso Spano, inoltre, citava tre iscrizioni, pubblicate poi nel Corpus Inscriptiorum Latinarum (CILX, 7848 / 7849 / 7850). Di queste, una
visibile tutt'ora, era inglobata nel muro meridionale della chiesa, un'altra si trovava in mezzo alle macerie nello stesso sito e la terza era murata nella finestra della casa parrocchiale I recenti lavori di restauro interni hanno evidenziato antiche strutture e restituito reperti ascrivibili ad epoca medio-imperiale ed alto-medievale, elementi, questi, che hanno determinato la necessità di un'indagine archeologica che, condotta coi fondi a disposizione nel progetto di restauro, ha avuto il primo obbiettivo di evidenziare l'iconografia dell'intero impianto, per poi giungere ad una verifica stratigrafica. I risultati della prima fase di ricerche si sono rivelati subito di grande interesse. La chiesa risulta infatti costruita su un antico impianto termale, di cui ricalca in parte il perimetro. All'interno di essa, aderente alla parete di fondo, è una struttura absidata, identificabile come la vasca di un "calidarium", ai lati della quale si aprono due ambienti rettangolari, dei quali uno è adiacente alla chiesa lungo l'estremità occidentale del lato sud e costituisce la fondazione dell'attuale sacrestia. Una scaletta in pietra permette l'accesso dall'ambiente posto a sud, al calidarium ed ad un pozzo conservato nell'angolo sudovest, riutilizzato in epoche successive, ma il cui impianto originario sembra risalire ad epoca antica Due piccole esedre si aprono ai lati del prospetto esterno della chiesa che ne ricalca uno più antico, dotato di tre accessi. La struttura muraria, a telaio, impiega file di blocchi squadrati di arenaria allineati a conci dello stesso materiale, di più grandi dimensioni. E' ipotizzabile la presenza di un rivestimento in lastrine marmoree, come testimoniano alcuni frammenti rinvenuti tra i reperti provenienti dalla trincee effettuate per la deumidificazione del fabbricato; elementi di spoglio, quali una colonna ed alcuni blocchi squadrati, reimpiegati nei vicini muristenes. L'indagine superficiale ha evidenziato inoltre, nell'area circostante, un'estesa necropoli con tipologie sepolcrali originali e complesse, una frequentazione in epoca tardo-romana ed alto-medievale ed una committenza di alto rango. Un approfondimento degli scavi potrà chiarire i livelli di vita relativi all'uso dell'impianto termale ed i suoi riutilizzi, legati con ogni probabilità già anticamente al culto e non estranei alla presenza dell'acqua nel sito. I risultati dell'indagine porranno inoltre le premesse per una reale valorizzazione dell'area in cui è ipotizzabile la creazione di un percorso archeologico che scandisca la storia del villaggio di Assolo
Scheda fornita dal Comune di Assolo, tratta dalla "Relazione scientifica a cura della Soprintendenza Archeologica di Cagliari ed Oristano"
TROVI LA SCHEDA COMPLETA, A CURA DI CHIESECAMPESTRI.IT, NELLA GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI DELLA PROVINCIA DI ORISTANO - ordinala qui
Per saperne di più
sardegna beni culturali -
L'edificio conserva al suo interno e nell'area esterna, preesistenze archeologiche di grande interesse. A circa 50 metri dal monumento, su una piccola collina, sorge il nuraghe omonimo, ai piedi del quale l'abbondanza di reperti ascrivibili ad epoca nuragica, suggerisce l'esistenza di un insediamento relativo a tale epoca. Già nel 1868 il canonico G. Spano notava l'antichità del sito: "Nei dintorni di Assolo si ritrovano ruderi antichi che spuntano dal suolo, e con frequenza vi si raccolgono monete romane, e bronzi..." e riferiva che la chiesa era costruita sopra rovine di epoca molto più antica, presumibilmente romana, con pavimenti realizzati di una "specie di mosaico...". Lo stesso Spano, inoltre, citava tre iscrizioni, pubblicate poi nel Corpus Inscriptiorum Latinarum (CILX, 7848 / 7849 / 7850). Di queste, una
visibile tutt'ora, era inglobata nel muro meridionale della chiesa, un'altra si trovava in mezzo alle macerie nello stesso sito e la terza era murata nella finestra della casa parrocchiale I recenti lavori di restauro interni hanno evidenziato antiche strutture e restituito reperti ascrivibili ad epoca medio-imperiale ed alto-medievale, elementi, questi, che hanno determinato la necessità di un'indagine archeologica che, condotta coi fondi a disposizione nel progetto di restauro, ha avuto il primo obbiettivo di evidenziare l'iconografia dell'intero impianto, per poi giungere ad una verifica stratigrafica. I risultati della prima fase di ricerche si sono rivelati subito di grande interesse. La chiesa risulta infatti costruita su un antico impianto termale, di cui ricalca in parte il perimetro. All'interno di essa, aderente alla parete di fondo, è una struttura absidata, identificabile come la vasca di un "calidarium", ai lati della quale si aprono due ambienti rettangolari, dei quali uno è adiacente alla chiesa lungo l'estremità occidentale del lato sud e costituisce la fondazione dell'attuale sacrestia. Una scaletta in pietra permette l'accesso dall'ambiente posto a sud, al calidarium ed ad un pozzo conservato nell'angolo sudovest, riutilizzato in epoche successive, ma il cui impianto originario sembra risalire ad epoca antica Due piccole esedre si aprono ai lati del prospetto esterno della chiesa che ne ricalca uno più antico, dotato di tre accessi. La struttura muraria, a telaio, impiega file di blocchi squadrati di arenaria allineati a conci dello stesso materiale, di più grandi dimensioni. E' ipotizzabile la presenza di un rivestimento in lastrine marmoree, come testimoniano alcuni frammenti rinvenuti tra i reperti provenienti dalla trincee effettuate per la deumidificazione del fabbricato; elementi di spoglio, quali una colonna ed alcuni blocchi squadrati, reimpiegati nei vicini muristenes. L'indagine superficiale ha evidenziato inoltre, nell'area circostante, un'estesa necropoli con tipologie sepolcrali originali e complesse, una frequentazione in epoca tardo-romana ed alto-medievale ed una committenza di alto rango. Un approfondimento degli scavi potrà chiarire i livelli di vita relativi all'uso dell'impianto termale ed i suoi riutilizzi, legati con ogni probabilità già anticamente al culto e non estranei alla presenza dell'acqua nel sito. I risultati dell'indagine porranno inoltre le premesse per una reale valorizzazione dell'area in cui è ipotizzabile la creazione di un percorso archeologico che scandisca la storia del villaggio di Assolo
Scheda fornita dal Comune di Assolo, tratta dalla "Relazione scientifica a cura della Soprintendenza Archeologica di Cagliari ed Oristano"
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