SANTA PETRONILLA MARTIRE
Il culto per la martire romana, figlia spirituale di San Pietro, si sviluppa in Sardegna sin dall'epoca bizantina, ma in mancanza di documenti certi, si può far risalire la chiesetta al periodo medioevale, sebbene le sue caratteristiche originarie siano state stravolte da successivi restauri e rifacimenti. Il tempio appartenne al villaggio giudicale di Gipphe, la cui zona è disseminata di antiche vestigia di abitazioni e tombe; e in effetti di recente, in seguito a un intervento conservativo, sotto alcune lastre in basalto della pavimentazione, che secondo la tradizione ospita un antico luogo di culto cristiano sotterraneo, sono state rinvenute alcune sepolture medievali. Gli studiosi sostengono che se la ricerca archeologica potrà proseguire, non sarebbe molto remota l'idea di scoprire le tracce del primo sacro impianto.
La piccola chiesuola, realizzata in arte povera con pietrame di vario genere, è dotata di due ingressi, di cui uno laterale destro, che si aprono sull'unica sala, coperta a capanna. Il campanile a vela, privo di campana, è sormontato da una piccola croce in pietra; la scarsa illuminazione è assicurata da una piccola luce sulla facciata, che probabilmente conteneva una croce in pietra, ora sostituita da una in legno.
Una leggenda narra che i nove massi che un tempo erano disposti in cerchio nel sagrato, fossero dei ballerini ed un suonatore, trasformati in pietre per non aver reso il dovuto omaggio alla Santa. E anche i tre ulivi secolari che si trovano nel luogo, sono il risultato di un maleficio per il contadino ed il duo giogo di buoi, mutati in alberi per aver continuato a lavorare, incuranti della festa in onore della titolare.
TROVI LA SCHEDA COMPLETA NELLA GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI DELLA PROVINCIA DI ORISTANO - ordinala qui
La festa
Il 31 maggio. La mattina, il simulacro viene trasferito dalla parrocchia della frazione di Donigala Fenughedu ed all'arrivo è celebrata la messa. In serata, il rientro della statua
Come si raggiunge
Dista 700 metri dal campo sportivo di Donigala Fenughedu. Nelle vicinanze si trova il Santuario del Rimedio, un tempo campestre e il bellissimo portale rurale di Fittusottu, il più imponente della Sardegna
La piccola chiesuola, realizzata in arte povera con pietrame di vario genere, è dotata di due ingressi, di cui uno laterale destro, che si aprono sull'unica sala, coperta a capanna. Il campanile a vela, privo di campana, è sormontato da una piccola croce in pietra; la scarsa illuminazione è assicurata da una piccola luce sulla facciata, che probabilmente conteneva una croce in pietra, ora sostituita da una in legno.
Una leggenda narra che i nove massi che un tempo erano disposti in cerchio nel sagrato, fossero dei ballerini ed un suonatore, trasformati in pietre per non aver reso il dovuto omaggio alla Santa. E anche i tre ulivi secolari che si trovano nel luogo, sono il risultato di un maleficio per il contadino ed il duo giogo di buoi, mutati in alberi per aver continuato a lavorare, incuranti della festa in onore della titolare.
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La festa
Il 31 maggio. La mattina, il simulacro viene trasferito dalla parrocchia della frazione di Donigala Fenughedu ed all'arrivo è celebrata la messa. In serata, il rientro della statua
Come si raggiunge
Dista 700 metri dal campo sportivo di Donigala Fenughedu. Nelle vicinanze si trova il Santuario del Rimedio, un tempo campestre e il bellissimo portale rurale di Fittusottu, il più imponente della Sardegna